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Con le ali ai piedi
Il cammino di Santiago

Il logo di identificazione due cammini:
- Di qui passò Francesco
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Diocesi di Gubbio
accoglie con gioia i pellegrini che passano sul suo territorio e mette
a disposizione accoglienze e informazioni

366.1118386

di qui passò Francesco di qui passò Francesco
Cammino Meditativo
i pellegrini raccontano le loro esperienze
Anno
2009 >
2010 >
2011 >
2012 >

Joana (do Brasil)

"Di qui passò Francesco
.. e ora anch'io"

Rispettando le caratteristiche di ogni "cammino", senza dubbio, questo è stato uno dei migliori che abbia mai fatto.
Essere
in un gruppo, essere meditativo e seguire i passi di S. Francesco ha fatto la differenza.
Talvolta sento il bisogno di più il silenzio. Rifugiarmi nella bellezza della natura e di altri luoghi. Vedere che ognuno ha la sua individualità. Impegnarmi sulla comprensione, quando il vicino non parla la tua lingua, ma parla quella del mondo – il cuore. Rispettare e valorizzare l'impegno di ogni pellegrino a vincere a modo suo la fatica quotidiana del cammino, senza competizione.
In realtà, un cammino, rompe l'equilibrio della quotidianità e di conseguenza porta a vivere un equilibrio migliore.
Tutti vivono con gioia e tristezza. Il desiderio. La memoria del vostro letto e morbido cuscino. La tua individualità senza sicurezze.
Irritabilità da sforzo ripetuto. Stanchezza e anche sfinimento.
Tutti portano sulle loro spalle (e non nel bagagliaio della macchina, o sulla schiena dell'asino) lo zaino ... spesso anche con un peso eccessivo.

Ci si accorge che per sopravvivere serve poco e si valuta che si sono portate cose inutili.
Alla fine di ogni giornata, si deve prendere cura dello strumento importante di lavoro "i piedi", e con coraggio si affrontano le vesciche e ci si prepara per le sorprese del giorno successivo. Che divertimento, fare il bucato nel lavandino del WC e dopo stenderlo un po' dovunque nella nostra camera ad asciugare!
Ad ogni modo, senza discriminazioni, tutti mettono alla prova i propri limiti.
Alcuni diranno che questo è bello, ma saranno concordi con il dire che non è facile.
Devi combattere una lotta interiore, adattarti, accettare gli stimoli del "cammino" qualsiasi sia la ragione che ti ha portato a questa scelta sia essa per dimagrire o per valutare la tua vita.

Dopo tutto, cosa è veramente necessario e importante per vivere bene e con qualità la vita???

Camminare è solo mettere un piede davanti all'altro e ripetere ... ripetere, ripetere l'azione.

Pellegrinare o essere un pellegrino è un po 'di più. Il camminare stimola l'animo ad aprirsi ad esser più disponibile a dare e/o ricevere.

A ciò contribuisce l'ammirare la natura in tutte le sue forme, con i suoi suoni, i suoi colori e profumi, da diverse angolazioni e lodare il Creatore.
E' spogliarsi per indossare abiti nuovi, ma senza cessare di essere la persona che sei.
E' come entrare nelle "grotte Francesco" e lasciare che la tua mente elabori tutto ciò che è stato sperimentato nel corso della giornata.

Sicuramente alla fine del cammino non saremo uguali a quando abbiamo iniziato.

Ognuno ha donato un po 'di se e ha ricevuto un po’ da ogni pellegrino con i quali ha condiviso il cammino.

Saremo sempre Pellegrini!

Grazie,

Joana

"Francis passou por aqui
... e agora eu também"

Respeitando as características de cada “proposta de caminho”, sem sombra de dúvida, este foi um dos melhores que já fiz. O fato de ser em grupo, de ser meditativo e de seguir os passos de S. Francisco fez a diferença.
Talvez eu precisasse neste momento silenciar mais. Reparar as belezas naturais de outras paragens. Ver que cada um é um, na sua individualidade. Exercitar a compreensão quando o vizinho não fala sua língua natal, mas fala a língua mundial - a do coração. Respeitar e valorizar o esforço de cada peregrino para vencer a seu modo, suas limitações e cumprir a etapa diária - sem competição.
Na verdade, percorrer um caminho, passa pela quebra do equilíbrio para se conseguir outro equilíbrio mais adequado para o momento. Todos convivem com a alegria e a tristeza. A saudade. A lembrança de sua cama e do travesseiro macio. Sua individualidade escancarada. Irritabilidade pelo esforço repetido. Cansaço e até mesmo a exaustão. Todos carregam nas costas (e não no bagageiro do carro, ou no lombo do burro) seu kit de sobrevivência que muitas vezes ultrapassa o peso ideal para si. Ter de sobreviver com o pouco que leva e avaliar que no final das contas, levou algo desnecessário. Ainda, no final da jornada, tem de cuidar com coragem (para encarar as bolhas) e carinho, do importante instrumento de trabalho - os pés, já preparando para as surpresas do dia seguinte. Como é divertido lavar roupa na pia do WC e fazer de varal qualquer lugar do quarto!!!
Enfim, sem discriminação, todos, testam seus próprios limites.
Alguns podem dizer que isto é lindo, porém hão de concordar que não é fácil.
É preciso ser guerreira, desbravadora, gostar de desafios, ou mesmo, por um algum motivo, escolher esta atividade para emagrecer ou avaliar sua vida.

A final, o que é realmente necessário e importante para se viver bem e com qualidade de vida???

Caminhar é somente colocar um pé na frente do outro e repetir... repetir... repetir a ação.

Peregrinar, ou ser peregrino é um pouco mais. Acredito que se assemelhe com o ato de se dispor a caminhar, com grandeza de alma, exercitando o dar e o receber.
Acredito que seja admirar a natureza e seus componentes com seus sons, suas cores e cheiro, de diversos ângulos e enaltecer o Criador.
É desnudar para se vestir de nova roupagem sem, contudo, deixar de ser a pessoa que é. Neste caso, é também, entrar nas “grotas de Francisco” e deixar fazer eco em sua alma de tudo que foi vivido no dia.

Com certeza não terminamos um caminho do mesmo modo que iniciamos.

Que cada um tenha doado um pouco de si e agregado um pouco dos companheiros peregrinos.

Vamos continuar peregrinando?


Abraços,

Joana

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